Andrea Gottardi, il fotografo che ricostruisce i sogni
Ha girato l’Italia in camper, ha scambiato benzina e cibo con foto. Si è fatto conoscere dal Veneto alla Sicilia e apprezzare a livello internazionale.
Andrea Gottardi, giovane fotografo, è finito anche su una rivista statunitense, di Los Angeles, oltre che su Foto Cult, rivista italiana del settore che gli ha dedicato ben sei pagine.
Noi, non potevamo non dargli spazio, per capire cosa fa Andrea a Vittorio Veneto, sua città natale, e in giro per l’Italia.
Storie segrete e ritratti d’autore in un’arte che travalica il tempo, lo spazio e l’inconscio
Il viaggio in giallone
Lo scorso anno ne avevamo annunciato la partenza: Andrea, 20 euro in tasca e una macchina fotografica in spalla, aveva deciso di girare l’Italia con un camper giallo del 1981 acquistato tramite un crowdfunding di fans e amici da tutto il mondo.
“Non andava a più di 70 km/h – ci racconta il ragazzo – ma non avevo fretta. Il mio obiettivo era quello di girare il paese, far conoscere la mia arte, e dare un valore alla fotografia, per dimostrare di poter vivere di questo. Scambiare ritratti con il necessario per proseguire il viaggio, arrivare fino in Sicilia, e tornare a casa”.
L’Italia con 20 euro in tasca? Pareva un’impresa da pazzi. Eppure, Andrea, è riuscito nel suo intento e il risultato ha anche superato le aspettative.
“Su Facebook – spiega il fotografo – pubblicavo man mano date e luoghi dove mi sarei fermato, invitando le persone a venire a farsi un ritratto. L’iniziativa riscosse un grande successo: ad ogni tappa trovavo gente entusiasta di farsi fotografare e contribuire alla realizzazione del mio progetto”.
Le “Secret Stories”
Sul giallone, Andrea è partito con la sua macchina fotografica. Uno strumento che molti anni prima aveva iniziato ad utilizzare per esprimere sé stesso, per dare forma ai suoi sogni.
“All’inizio fotografavo tutto – ricorda il ragazzo – ma nel ritratto trovai la forma espressiva attraverso cui riuscivo a comunicare al meglio. Mi accorsi presto che mi piaceva fotografare le persone, ed esprimere le mie sensazioni, le mie idee, attraverso i loro volti. Col tempo, mi sono specializzato creando uno stile tutto mio, un ritratto d’autore, un genere che ho chiamato ‘Secret Stories’”.
Storie segrete. “Sogni – precisa Andrea – che voglio rivivere”.
Ogni persona, ogni volto, diventa così lo strumento per rendere reale quel mondo onirico che, senza fotografia, rimarrebbe unicamente nella mente di Andrea Gottardi.
Dal sogno all’immagine
Dietro ogni foto, c’è un mondo. Un sogno. Un’idea, un’emozione, un percorso interiore di cui lo scatto è solo il sigillo. “Il 90% delle mie opere – spiega il fotografo – sta nella pre-produzione. Quando ho in mente un progetto, inizio a lavorarci: a pensare al set, a costruirlo, a cercare la persona adatta a farne parte. Importantissimi sono gli abiti, gli accessori, che spesso costruisco io stesso”.
Andrea mi mostra la foto di un abito fatto con il glicine: “Un fiore vero, rispetto a uno finto, fa tutto un altro effetto – fa notare Gottardi – l’unico inconveniente di un abito floreale, vivo, è che in qualche ora si affloscia, quindi le foto vanno fatte subito”. Il fotografo mi fa vedere l’immagine di un abito d’oro: “L’ho dipinto io”, spiega. Mi mostra una corona che sembra arrivare da lontano, in termini di spazio e di tempo, ”L’ho dovuta costruire – dice – Era così che mi immaginavo l’ornamento sulla testa di questa modella ed esattamente in questo modo l’ho creato”. Colpisce la foto di una ragazza che regge una penna gigante, lunga circa un metro: “Ha un significato simbolico – spiega il fotografo – mi sono fatto costruire questo oggetto apposta: era l’unico modo per rendere in immagine, per mostrare, ciò che avevo in testa”.
La fotografia di Gottardi è un’arte a tutto tondo: il fotografo, prima che con l’obiettivo, lavora con la fantasia, con le mani. Dà luce a creazioni mentali e materiali. Solo quando tutti gli elementi si trovano nel posto dove li aveva pensati, arriva lo scatto. Quel sigillo che rende eterno l’istante perfetto e ricercato.
Se grande è il lavoro di pre-produzione, lo è anche quello di post-produzione. “Spesso aggiungo particolari al computer – racconta Andrea – Se non costruisco il set prima, lo creo postumo allo scatto. Mi piace lavorare sui quadri di artisti quali Van Gogh, Klimt, e con l’arte classica. Sovrapporre texture ai volti, o valorizzarli con uno sfondo d’artista”.
I ritratti d’autore
Quelle di Gottardi sono vere opere d’arte, e come tali vengono valutate: “Ho venduto alcune mie foto all’estero, in Svezia, negli Stati Uniti, in Francia e a collezionisti da Bologna a Roma, a persone della zona – spiega – Sono un’arte che arreda, in molti le hanno in casa, e nel tempo acquistano valore”.
“Ci sono persone che preferiscono avere in casa un ritratto di sé stessi – conclude Andrea – in quel caso il mio lavoro è diverso: parto dalla persona per costruire l’opera”.
In molti si affidano a Gottardi per essere ritratti, per avere foto-dipinti unici. Immagini di sé ambientate in altri tempi, in altri luoghi, in mondi che surreali o naturali. Per vedersi protagonisti di un’opera d’arte unica.
Progetti per il futuro
Andrea, che ora lavora a Vittorio Veneto dove ha uno studio in cui organizza workshop e realizza servizi fotografici, sta per conquistare Venezia. Da ottobre di quest’anno, alla Giudecca, condivide con un collega uno studio, che sarà anche una vetrina e una galleria dove, oltre a scattare ritratti, metterà in esposizione e vendita le proprie opere.
Lo sta facendo un po’ in segreto, ma noi ne diamo notizia. Per continuare a seguire questo fotografo che, in pochi anni, è riuscito a creare un suo stile inconfondibile, a farsi riconoscere attraverso le sue foto.
Ed è questo l’obiettivo di ogni fotografo, no?